Reati finanziari: quando è coinvolto il Codice Penale?

Rivolgendosi a un avvocato penalista a Bologna, è possibile informarsi a proposito dei reati finanziari e, in particolare, scoprire quando l’evasione fiscale è da Codice Penale: nel caso in cui si oltrepassino soglie ben precise, infatti, il rischio è quello di finire in prigione. Non tutti gli illeciti fiscali – come si può facilmente immaginare – sono caratterizzati dallo stesso livello di gravità.

La dichiarazione fraudolenta e la dichiarazione infedele

Nel caso di dichiarazione fraudolenta, per esempio, si rischia un periodo di reclusione da un minimo di un anno e sei mesi a un massimo di sei anni. Tale condotta consiste nella falsificazione della dichiarazione Iva o della dichiarazione dei redditi, attraverso una alterazione delle scritture contabili, nel caso dei soggetti obbligati, o l’inserimento di elementi passivi fittizi che comportano una falsa fatturazione. Il reato sussiste se i redditi non dichiarati superano il milione e mezzo di euro o se oltrepassano il 5% dell’ammontare complessivo, ma anche se l’imposta che è stata evasa supera la soglia dei 30mila euro per ognuna delle imposte singole.

Se ci si è resi protagonisti di comportamenti simili, dunque, forse conviene iniziare a cercare un avvocato penalista a Bologna. Anche la dichiarazione infedele, comunque, è un reato penale, che prevede come sanzione un periodo di reclusione compreso tra uno e tre anni. Questo delitto si configura nel momento in cui un soggetto produce delle dichiarazioni non veritiere, ovviamente al di là delle circostanze che comportano una dichiarazione fraudolenta. Perché si possa parlare di dichiarazione infedele non è necessario che vi sia un impianto fraudolento, ma occorre che le dichiarazioni non veritiere siano fornite in maniera volontaria e consapevole. Il reato si verifica se i redditi non dichiarati superano il limite di 3 milioni di euro o il 10% del totale, ma anche se l’imposta che è stata evasa è di più di 150mila euro.

La dichiarazione omessa e il mancato versamento dell’Iva e delle ritenute certificate

Proseguendo nella rassegna di reati finanziari, si potrebbe aver bisogno di un avvocato penalista a Bologna anche nel caso in cui ci si sia resi responsabili di omesso versamento dell’Iva e delle ritenute certificate (in questa circostanza la soglia per la punibilità è stata individuata in 250mila euro) o di dichiarazione omessa. Si parla di dichiarazione omessa se non si presentano la dichiarazione dei redditi, la dichiarazione Iva o il 770 entro novanta giorni dal termine previsto. Il reato si configura solo se si superano i 50mila euro di imposta evasa. Il periodo di reclusione determinato dalla sanzione va da uno a tre anni.

L’emissione di fatture false e la distruzione di documenti contabili

Per l’emissione di fatture false, si rischia di finire in carcere per un periodo compreso tra un anno e sei mesi e sei anni. Il reato si concretizza nel momento in cui un soggetto emette delle ricevute o delle fatture per operazioni che, in realtà, non sono mai state effettuate, con lo scopo di permettere a terzi di evadere l’imposta sui redditi o l’Iva. Non importa se il soggetto ricevente ha utilizzato i documenti falsi oppure no. Va notato che, in questo caso, non è prevista alcuna soglia di punibilità: insomma, si rischia il carcere a prescindere dall’importo.

Per la distruzione o l’occultamento di documenti contabili, infine, la sanzione prevista prevede la reclusione da sei mesi a cinque anni. Si va a punire, in questo modo, l’eliminazione di scritture contabili o di qualsiasi altro tipo di documento che debba essere conservato (eliminazione che viene messa in atto per impedire la ricostruzione del volume di affari o dei redditi).

Per tutti i reati finanziari appena elencati, non è prevista l’applicazione della sospensione condizionale della pena nel caso in cui l’imposta evasa sia di più di tre milioni di euro o oltrepassi il 30% del volume di affari globale. In conclusione, solo alcune delle condotte che sono finalizzate a evitare il pagamento delle tasse possono essere annoverate tra i reati: in molti casi, è solo l’importo evaso a determinare se un illecito deve essere punito con una sanzione penale, e quindi con il carcere, o con una sanzione amministrativa, e quindi con una semplice ammenda. Il quadro normativo di riferimento è rappresentato dal D. Lgs. n. 74 del 2000, che è stato poi aggiornato con il D. L. n. 138 del 2011 e con il D. Lgs. n. 158 del 2015.