Investire in case di lusso: l’evoluzione dei criteri che danno diritto ad agevolazioni sulla prima casa

Cosa prevede la legge in merito all’argomento case di lusso? Si tratta di un aspetto molto rilevante perché è in grado di determinare quali siano le categorie che possono usufruire del bonus sulla prima casa.

E’ perciò molto importante conoscere a fondo tutte le disposizioni di legge se si è interessati ad acquistare una casa di lusso.

Ciò che emerge dalle recenti novità è, per prima cosa, il superamento del criterio dei 240 metri quadri che era previsto in passato per determinare l’accezione di immobile di lusso.

A stabilirlo è stato con una recente sentenza la Commissione Tributaria Regionale di Roma: i giudici hanno stabilito dei nuovi criteri in sostituzione di quelli presenti nel Decreto Ministeriale n. 2 del 1969. Il punto della questione sta nel considerare la classificazione catastale e non più la superficie.

Questa decisione arriva a  seguito di quella che qualche mese fa fu presa dal Ctr di Firenze.  Una riforma che di fatto ha investito una fetta, nemmeno tanto di nicchia, del settore immobiliare fornendo delle rilevanti novità in materia.

Case di lusso e immobili non di lusso

Dopo aver fatto una premessa sull’aspetto normativo riguardante le case di lusso, passiamo ad analizzare quali sono nello specifico le categorie catastali e come sono cambiate le cose in tal senso.

Attualmente esistono 11 categorie catastali, contrassegnate dalla lettera A.

La categoria A/1 riguarda le abitazioni di tipo signorile, A/2 le abitazioni di tipo civile, A/3 le abitazioni di tipo economico, A/4 abitazioni di tipo popolare, A/5 abitazioni ultrapopolari, A/6 abitazioni di tipo rurale, A/7 abitazioni in villini, A/ 8 abitazioni in ville, A/9 castelli e palazzi di pregio storico/artistico, A/10 uffici e abitazioni private, A/11 abitazioni e alloggi tipici.

 

Alla luce di queste indicazioni, le case che si configurano come di lusso, e che quindi non danno diritto alle agevolazioni sulla prima casa, sono:le abitazioni di tipo signorile, i villini, le ville e infine i castelli e i palazzi di pregio storico. Questo vuol dire ad esempio che una casa rientrante nella categoria A2 che abbia una superficie di 300 metri non è più da considerare di lusso anche se supera la fatidica soglia dei 240 metri quadri.

I nuovi criteri fiscali conservano i propri benefici anche per il passato

Analizzando la sentenza che abbiamo preso in considerazione precedentemente, notiamo che i nuovi criteri per usufruire dei benefici fiscali sulla prima casa in vigore dal 2014 sono validi anche per situazioni relative al passato, mantenendo la loro efficacia anche in maniera retroattiva. Così la nuova classificazione catastale prevale rispetto alle indicazioni del Decreto Ministeriale n.2 de 1969.

La modifica in questione è arrivata nel 2011, quando un decreto legislativo ha “modificato i criteri di individuazione delle classi degli immobili ai fini dell’imposta di trascrizione riportando tutto alla categoria catastale.” Questo trend ha trovato riscontro anche dalla agenzia delle Entrate, la quale ha affermato che «a decorrere dal 1° gennaio 2014 l’applicabilità delle agevolazioni prima casa risulta vincolata, ai fini dell’imposta di registro, alla categoria catastale in cui è classificato o classificabile l’immobile e non più alle 13 caratteristiche individuate dal decreto del ministro dei Lavori pubblici del 2 agosto 1969, così come previsto dall’articolo 1, quinto periodo, della Tariffa, parte prima, allegata al Tur, nella formulazione applicabile fino al 31 dicembre 2013».

Infine un’ultima indicazione riguardo al bonus sulla prima casa: l’agevolazione in questione consiste in una riduzione dell’IVA al 4% per gli acquisti da impresa e dell’Imposta di registro al 2% per gli acquisti fatti da un privato.