L’oro 24 carati è il cosiddetto oro puro in quanto è costituito da 24 parti su 24 di questo nobile metallo. Essendo fragile, difficilmente viene utilizzato in oreficeria. Infatti l’oro è un metallo duttile e morbido: da un lato questa sua caratteristica costituisce un vantaggio perché si riesce a lavorare senza fatica. Dall’altro può rappresentare uno svantaggio in quanto gioielli e oggetti preziosi in metallo puro si rovinano facilmente a causa dell’uso. Proprio per questo motivo l’oro 24 carati si caratterizza per avere un impiego quasi esclusivo sotto forma di lingotti di diversi formati e pesi oppure di placchette di almeno un grammo.
Si tratta comunque di oro da investimento, che viene trattato soltanto da operatori professionali in oro autorizzati specificatamente dalla Banca d’Italia e che possiedono determinati e stringenti requisiti.
Invece monili e oggetti di oreficeria sono nella maggior parte dei casi in oro 18 carati; in alternativa si può utilizzare un’altra lega, ma in occorre sempre aggiungere al metallo aureo materiali leganti. Questo fatto aumenta la durezza del metallo risultante e ne permette una maggiore durata e resistenza. L’oro 18 carati è una lega formata dal 75% di oro e dal restante 25% di altri metalli cosiddetti poveri (come argento, rame, cobalto, piombo, palladio) in differenti combinazioni. A seconda del tipo di materiale legante aggiunto la colorazione della lega risulta essere diversa. Si tratta di un fattore che consente di ottenere effetti estetici di alto livello e che quindi viene molto apprezzata in gioielleria.
Per classificare l’oro si usano due fattori standard, cioè il numero di carati e il titolo. Entrambi definiscono il grado di purezza di questo prezioso metallo e, di conseguenza, anche il suo valore. Il massimo livello raggiungibile nella scala della classificazione dell’oro in base ai carati è 24 carati, che corrispondono a un grado di purezza quasi assoluta. Di conseguenza la proporzione tra oro e altri metalli è quasi esclusivamente a favore dell’oro e la purezza del metallo deve essere di almeno del 99,5%.
Il titolo invece serve per esprimere in millesimi il contenuto d’oro presente nell’oggetto sottoposto a valutazione. In base alla classificazione per titolo avremo dunque oro 999 (cioè contenente 999 parti su 1000 di oro puro, un modo alternativo per identificare l’oro 24 K) per arrivare, scendendo la scala, fino a oro 375. Quest’ultimo risulta essere una lega di metalli vari con una percentuale di oro pari a soli 375 parti su 1000.
Questo metallo nobile viene valutato per grammo e il prezzo di riferimento per i mercati viene fissato dalla Borsa di Londra due volte al giorno. La quotazione dell’oro è la stessa in tutto il mondo in quanto il golden fixing viene applicato in tempo reale da tutti gli operatori che trattano questo bene. Tuttavia bisogna tenere a mente che questa valutazione interessa soltanto il metallo puro. Invece la stima degli oggetti d’oro usato da mettere in vendita cambia non solo in base al Paese, ma anche all’interno del singolo mercato. Infatti ogni operatore applica l’oro quotazione 24 K sottraendo una percentuale variabile (30-35%) a seconda delle spese che deve sostenere e del guadagno che vuole ottenere. Ecco perché, quando si aliena il proprio oro usato, in genere è bene fare riferimento ai grandi brand del settore, in quanto riescono ad assicurare condizioni di favore.
Esistono delle semplici regole per riuscire a spuntare il prezzo migliore anche quando si decide di investire in oro 24 carati. Bisogna sempre tenere a mente che l’oro è stabile nel lungo periodo (infatti è un bene rifugio), ma volatile nel corso della stessa giornata. Di conseguenza occorre considerare le fluttuazioni dei mercati internazionali e soprattutto verificare la quotazione dell’oro in tempo reale. Inoltre è fondamentale affidarsi ad esperti del settore, che saranno in grado di consigliare il cliente su quale sia il momento migliore per vendere oppure per acquistare oro da investimento. In questo modo diventa possibile concludere al meglio la transazione commerciale e ottenere un buon margine di profitto.