C’è un settore lavorativo in buona salute in Italia su cui aumentano gli investimenti ed in cui puntare per il futuro: è quello delle biotecnologie. In due anni la spesa per il finanziamento in biotech è raddoppiata; nel 2015 sono stati investiti 13 milioni di euro mentre soltanto nei primi sei mesi del 2016 si è raggiunta la cifra di 16 milioni. Un bell’ incremento che la dice tutta sull’ interesse per questo comparto della medicina.
I dati sono quelli dell’ ultimo rapporto Aifi-PwC (Associazione Italiana del Private Equity) presentato da Assobiotec, insieme ad Enea e Apsti, l’associazione che riunisce tutte le aziende italiane (circa 140) che si sono specializzate nel settore. E’ chiaro che i numeri sono ancora esigui se paragonati a quelli dell’ industria ad esempio americana e possono comprendere anche un solo investimento di decine di milioni di euro, ma il segnale è di quelli forti, il settore è dinamico e lascia intravedere margini di crescita esponenziali.
Nel nostro paese a fine 2015 erano attive quasi 500 imprese di biotecnologia, presenti in tutti i settori di applicazione. Più della metà si dedicano a Sviluppo e Ricerca, R&S. Sono quasi tutte imprese di piccola o micro dimensione, il 75% del totale, e si arriva al 90% se si prende in considerazione soltanto quelle aziende che si dedicano alla R&S biotech, vero elemento trainante del comparto.
“C’è la necessita di attrarre i venture capital ed i grandi istituti finanziari ad investire in questo prezioso comparto di ricerca. – dice Riccardo Palmisano, presidente Assobiotec – Interventi di defiscalizzazione ed aiuti alle imprese che si dedicano ad attività di ricerca rappresenterebbero un grande aiuto. In più bisogna aumentare le capacità e le competenze nel technology transfer“.
Il rapporto fa emergere anche quello che è il fatturato delle imprese dedite al settore che ha superato i i 9,4 miliardi, mentre gli investimenti in R&S gli 1,8 miliardi di euro. I lavoratori del comparto biotech in Italia sono circa 9.200 unità. Quasi un’impresa su due a controllo italiano dedicata alle biotecnologie è uno spin-off e di queste quasi l’80% ha origine da istituzioni pubbliche di ricerca.
Che cos’è la biotecnologia e quali sono i campi applicativi
La biotecnologia è l’utilizzo delle moderne tecniche scientifiche, tra cui l’ingegneria genetica, che si riuniscono per migliorare o modificare la vita di piante, animali e microrganismi.
In agricoltura, il miglioramento delle colture non è una cosa nuova. Per secoli, agricoltori e vivaisti hanno mescolato i semi varie piante nello sforzo di produrre di più e meglio gli alimenti.
Utilizzando metodi scientifici avanzati le biotecnologie espandono notevolmente le nostre capacità di introdurre nuovi tratti nelle colture alimentari.
Ci sono però parecchi dubbi e perplessità legati alla manipolazione genetica che si fa in agricoltura. P
La biotecnologia è uno strumento. Come ogni strumento, se usato correttamente e con cura, può essere sicuro e vantaggioso. Molte delle preoccupazioni sono emerse dalle cellule staminali biotecnologiche, riguardo alla possibilità del loro utilizzo. Il sistema normativo garantisce che i prodotti che vengono coltivati commercialmente, venduti, trasformati e consumati siano sicuri.
Le biotecnologie trovano applicazione anche nel campo della farmaceutica e nella sanità.